Biella

Due chiacchiere con Luigi Centenaro sul Networking Canvas

Una parte del lavoro di chi ha un’attività in proprio è quella di creare relazioni e, tra queste, svilupparne alcune funzionali alla crescita professionale. Il networking patisce tutta una serie di pregiudizi che, secondo me, nascono anche dal fatto che non ci sono strumenti che ti permettano di sviluppare in modo organico la tua rete.

È una di quelle attività che rimane sempre un poco nebulosa nella mente delle persone, tanto che non credo che nessuna di noi abbia a calendario, nell’organizzazione della settimana tipo, delle ore da dedicare al networking.

Per questo quando ho scoperto l’esistenza del Networking Canvas nel Toolkit per l’innovazione professionale, ho pensato: ecco lo strumento giusto per mettere nero su bianco la propria rete e iniziare a fare dei ragionamenti strategici su dove voglio andare e chi voglio incontrare.

Questo canvas nasce dalla mente innovativa di Luigi Centenaro, docente in alcune delle migliori business school europee, autore di numerosi libri sul personal branding tra cui “Digital You. Fai carriera con il personal branding online” e fondatore di BigName, specialisti nell’innovazione professionale in ambito aziendale.

Luigi è una persona delicata, disponibile a condividere le sue competenze tanto che era molto orgoglioso di essere il primo uomo ad essere intervistato in questo blog, è giunto quindi il momento di lasciare la parola a lui.

Grazie Luigi per aver accettato quest’intervista, e visto che ti ho già presentato io, ti chiederei subito di dirci come è nato il Networking Canvas?

L’idea di fare il Networking Canvas nasce durante una lezione con il Prof Rob Cross sulla base della ricerca descritta in un articolo per la Harvard Business Review insieme a Robert J. Thomas.

Gli autori affermano che le persone di successo hanno sviluppato ‘reti di supporto diversificate ma selezionate, costituite da relazioni di alta qualità con persone provenienti da diversi ambiti’ (diverse but select networks, made up of high-quality relationships with people who come from several different spheres).

Questo è il networking che io promuovo, costituito dallo sviluppo di legami forti distribuiti su ambiti diversi che ti supportano nella tua carriera: fare amici in modo da avere amici quando hai bisogno di amici a cui essere amico. Non voglio togliere nulla ai legami deboli ovviamente, sono anche loro importantissimi, ma quella è un’altra faccenda.

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Come è strutturato e a cosa serve il Networking Canvas?

Nell’articolo gli autori identificano alcune aree specifiche in cui è importante avere delle relazioni per sviluppare al meglio la propria carriera e le suddividono sulla base del ruolo che hanno nel supportarci. Ho codificato quelle proposte da Rob Cross aggiungendone altre e ho creato un Canvas molto strutturato, suddiviso in righe e colonne che si sviluppano in nove aree.

Questa suddivisione serve a capire quali sono gli ambiti in cui puoi migliorare e a orientare le tue energie sull’area da sviluppare.

Puoi, ad esempio, scegliere di coltivare quelle relazioni che ti permettono di avere delle Dritte (Insights) da persone che condividono informazioni sul mercato in cui ti trovi, che ti forniscono del mentoring o feedback sui progetti chiave.

Se invece stai cercando di aumentare le opportunità devi concentrarti sulle persone che hanno un buon network e la capacità di fare da canale per la tua strategia professionale, sei quindi nell’area Crescita professionale (Professional Growth). Quindi, a seconda di dove vuoi migliorare, ti concentri su uno di questi elementi o due, non puoi lavorare su tutte e nove le aree contemporaneamente.

Come si usa il Networking Canvas?

Il primo step è quello di analizzare lo stato attuale della propria rete e di indicare nelle varie aree i nomi delle persone che portano un reale beneficio alla tua crescita professionale.

Una rete efficace ha una dimensione che varia dalle 12 alle 18 persone. E quando parlo di reale beneficio, locuzione che fa impallidire i perbenisti del networking, intendo le persone con le quali hai delle relazioni che si traducono in qualcosa di utile per te: maggiore apprendimento, crescita professionale ed equilibrio.

Scusa se t’interrompo Luigi chi sono i perbenisti del networking?

Quelli per cui il networking è dare prima di tutto… ma è ovvio che do, che nutro la mia rete, sennò non sarebbe una rete ma un gruppo di gentaglia opportunista, no? Se non gli do niente non ricevo niente.

Io sto parlando di una cosa molto precisa, lo sviluppo di un network di supporto, che è un’area del networking non è tutto il networking.

Un legame forte per me è ad esempio il padrino dei miei figli, che se ho bisogno lo chiamo e lui mi aiuta, a qualsiasi ora del giorno. Invece un legame debole è una studentessa che ho avuto a un Master a cui ho presentato uno studente di Ca’ Foscari che poi è andato a lavorare con lei. Networking Canvas è uno strumento che ti permette di dare una svolta alla tua carriera sviluppando una rete di supporto in maniera strategica, perché senza non vai da nessuna parte: non lo dice solo Centenaro, lo dicono Rob Cross e Robert J. Thomas in una ricerca scientifica e altri innumerevoli autori.

Quindi, il primo step è classificare l’attuale stato della rete; il secondo step è fare spazio. Cosa vuol dire fare spazio?

Ad esempio eliminando le persone nell’area Negatività, cioè i vampiri energetici, ​​persone tossiche che ti influenzano negativamente, ti causano stress o sprecano il tuo tempo. Anche se a volte queste persone possono offrire opportunità di apprendimento…

Il terzo step è colmare i vuoti, perché una rete per essere efficiente deve essere equilibrata. Ad esempio quando io ho deciso di dare una svolta alla mia carriera a me mancavano persone nell’area Benessere che sono importantissime perché sono persone che ti aiutano a bilanciare la tua vita privata e professionale, impegnandoti in attività che vanno oltre il tuo lavoro (sport, hobby, arte, cause, ecc.). Amici con cui puoi essere te stesso.

Quando l’hai fatta tu questa analisi e ogni quando la rifai?

L’ho fatta sei anni fa la prima volta e poi l’ho rifatta nel momento in cui ho deciso di diventare più influente in alcuni settori.

Ok, quando consigli di farla… una volta all’anno?

La fai quando cambi gli obiettivi, perché come dicevamo prima serve a orientare gli obiettivi.

Ad esempio, ho come obiettivo di avere più influenza nel mondo HR (risorse umane) allora per far crescere il mio business devo lavorare sull’ambito dell’Influenza dove ci sono degli amplificatori in quel mondo cioè persone che mi aiuteranno ad avere autorevolezza nell’ambito in cui vuoi far crescere la tua professionalità. Quello che ho appena descritto si ottiene grazie ai titoli delle righe e delle colonne che permettono di individuare le aree corrette da attivare.

Cambi l’obiettivo l’hanno prossimo? Allora devi lavorare su altri ambiti in base agli obiettivi.

Questo è il processo per lavorare su The networking canvas:

  • classificare;
  • fare spazio;
  • colmare i vuoti dove serve.

Richiede un’oretta di lavoro, ed è uno strumento potentissimo perché a quel punto vai in sviluppo cioè inizi a crearti una rete di “amici”, ma quello non mi compete, non è quello che insegno io ‘come fare networking’, per quello ci sono i libri e Google e i perbenisti del networking.

Si può usare in autonomia?

Sì sì, si può fare in autonomia ma è sempre interessante farlo a coppie, escono sempre cose utili e inaspettate.

Ci puoi raccontare un aneddoto di come il networking abbia funzionato per te e la tua carriera professionale?

Ad esempio, una persona mi ha contattato proprio quando ho pubblicato questo strumento online e ci siamo conosciuti, siamo diventati amici e adesso lavoriamo insieme.

Secondo te il networking è possibile farlo online? Se sì, hai qualche suggerimento da condividere con le nostre socie?

Sì, io talvolta faccio degli Zoom Coffee, con persone specifiche e selezionate. Faccio domande, ascolto e racconto cose. Quello che propongo non è di vendere qualcosa ma di creare una relazione che, poi, può diventare un’amicizia.

Se riesco a farlo io che sono un po’ introverso e dedico tutto il mio tempo libero alla mia famiglia, può provare a farlo chiunque.

Tu introverso? Non ne sono molto convinta. Buon networking canvas a tutte!

Marie Louise Denti

Sono una visual designer con una passione per le slide. Aiuto le organizzazioni ad esprimere il loro talento aziendale attraverso una comunicazione integrata ed efficace; online e offline. Lo faccio con entusiasmo presso Slide Queen.

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