Biella

Casa Bottega: è la scelta giusta?

Questo è stato l’anno dei cambiamenti, delle decisioni prese e di quelle rese necessarie.
Dopo anni di lavoro in studio, ho trasferito la mia attività di restauro a casa. Ne ho riservato una parte che ha un ingresso dedicato, ho pitturato muri, trovato il tavolo di lavoro; ho appeso quadri e ridipinto i mobili. Ciò che è nato è la mia casa-bottega.

Non è stato facile, ve lo confesso: indecisioni, tentennamenti, un senso di fallimento, perché no. Sono passata dall’euforia all’autoconvincimento, dalle letture maniacali sull’argomento alla soddisfazione più piena: un alternarsi di emozioni che ancora adesso che sono definitivamente trasferita, non sono riuscita a placare.

“Sono anni difficili”; sono anni di crisi, di perdita del lavoro, anni in cui obbligatoriamente dobbiamo fare i conti con noi stessi, con gli ideali, i sogni, gli affetti, i progetti. Dopo un lungo periodo dove il lavoro fisso era la meta ultima per tutti, si stanno modificando le regole, attivando ingegno e creatività e la libera professione si riscopre come spinta forte ai nostri desideri: non più solo mero guadagno, ma anche soddisfazione personale.
Il lavorare a casa, negli anni passati demonizzato, sta diventando filosofia di vita, rallentamento dei ritmi; questo non significa allontanarsi dal mondo, ma viverlo al meglio.
Certo trasferire baracca e burattini a casa non è tutto un idillio e occorre farsi carico di una nota fondamentale: lavorare a casa è lavoro!

Vediamo ora alcuni tratti importanti che ho avuto modo di testare sulla mia esperienza personale; possono sembrare banalità, ma credetemi: occorre una dose forte di autoconvincimento per non perdersi.

La mattina, vestirsi, pettinarsi, mettersi le scarpe, prima di iniziare a lavorare. So che può sembrare più comodo lavorare in tuta, ma il declino verso la sciatteria e la perdita dei confini è molto breve. Inoltre, se siete solite accogliere clienti come nel mio caso, sarete sempre pronte.

La porta dello studio deve essere chiusa: la separazione tra casa e bottega diventa netta.

Impostare orari di lavoro definiti; non occorre essere rigorosi e timbrare il cartellino, perché il non doverlo fare è uno dei lati belli della libera professione, ma è utile per non rischiare di iniziare o finire troppo tardi, confondendo vita lavorativa e vita privata.

• Il rischio dell’isolamento dal resto del mondo c’è: possono accadere giorni in cui non si esce da casa per il troppo lavoro o non si vedono clienti. In questi casi, è utile programmare pause di mezzora ed uscire, anche solo per una passeggiata, un caffè, il giornale. Lo stacco aiuta a recuperare la concentrazione e l’ispirazione; il tempo non è mai perso se speso bene.

• Se si vive con la famiglia, chiedere di non venire disturbati se non per motivi importanti. Questo comportamento è una forma di rispetto per noi e per la nostra scelta, e per non dover interrompere ogni minuto per una richiesta, il nostro lavoro. Riprendere la concentrazione non è mai facile ed è un gran dispendio di tempo.

• Se possibile, non rispondere al telefono di casa: siamo al lavoro, non a casa e quindi chi ci cerca ci troverà sul telefono della ditta. Lo so, può parere esagerato, ma così facendo si riducono telefonate di nonne, zie, mamme e suocere che non hanno ancora capito che lavoriamo a casa, non che siamo a casa. È una differenza sottile ma poche regole ben definite miglioreranno la nostra vita e non faranno del male a nessuno!

Rispettare le feste. Il Sabato, la Domenica, le ferie estive, la porta della bottega deve restare chiusa: la creatività e il clienti possono aspettare.

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Vediamo ora alcuni caratteri burocratici e fiscali della casa bottega.

• Inutile dire che lavorare a casa non significa lavorare in nero. Quando si decide di iniziare un lavoro occorre aprire la partita Iva seguendo il regime fiscale più congeniale, rivolgendosi ad un commercialista o ad associazioni di categoria.

• I costi di bollette luce, acqua, gas, tassa rifiuti, secondo una direttiva dell’Agenzia delle Entrate, sono deducibili con un forfait del 50% della superficie della casa; se la superficie è inferiore non si può variare la deduzione.
• L’insegna messa sulla porta di casa segue le stesse regole di quella messa nello studio e varia come costo e definizione da paese a paese; consiglio quindi di rivolgersi all’ufficio affissioni per avere corretta informazione.

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Vantaggi e svantaggi.

Parto dagli svantaggi: prima si sanno, prima si affrontano. Sedentarietà, isolamento, confusione tra vita lavorativa e familiare, rischio di sentirsi falliti, soli, di perdere coraggio, forza, volontà; rischio di finire nella sciatteria di ciabatte e pigiama.

Vantaggi: molti. Si torna a concentrarsi su di sé, il tempo fluisce meglio, se si hanno figli si riesce a ritagliare tempo per loro, una pausa merenda, una coccola. La fretta rallenta, i ritmi si decidono meglio, l’accoglienza dei clienti e fornitori è a misura casalinga, più vera e sentita. Il risparmio sulle spese di affitto e utenze è notevole e incide fortemente, soprattutto nelle nuove attività.

Detto questo, io sono contenta della mia scelta.
E voi, volete raccontare le vostre esperienze di casa bottega? Vincenti o fallimentari?

Link utili

C+B la casa bottega delle imprenditrici italiane http://cpiub.com/

Un articolo interessante sul lavoro da casa http://www.aprireazienda.com/lavorare-da-casa/

Detrazioni, bollette, info su Danea https://www.danea.it/blog/ufficio-casa-detrazioni-bollette-tasi-tari/

Il sito dell’Agenzia delle Entrate http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/portal/entrate/home

Il sito di CNA Biella a cui mi sono rivolta per le info http://www.biella.cna.it/

Chiara Lorenzetti

Restauro ceramiche, oggetti in legno policromi e dorati, bambole. Pratico l'arte Kintsugi originale giapponese.

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4 commenti su “Casa Bottega: è la scelta giusta?”

  1. Ciao Chiara!
    Anche io lavoro da casa e i vantaggi/svantaggi che elenchi li condivido.
    E soprattutto, quello di prepararsi “come se”.

    Buon lavoro nel tuo nuovo spazio casa bottega! 🙂
    Tatiana

    • Occorre una buona dose di concentrazione per dividere le due cose, ma una volta arrivati, io trovo sia una bella forma di libertà.
      E poi, pare strano, ma esco più ora di prima, tra clienti e fornitori.
      Grazie mille per gli auguri 🙂
      Chiara

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