Torino

Worklife Integration VS Worklife Balance

Perché parlare di worklife integration invece della più conosciuta e citata worklife balance?

L’idea è quella di non considerare il lavoro e la vita privata come due piatti di una bilancia che quando uno va più in su, quindi assume più importanza, porta l’altro ad andare giù, a essere meno considerato.

Il punto non è l’equilibrio, ma l’integrazione armonica.

La worklife integration è un approccio che crea maggiori sinergie tra tutte le aree che fanno parte della vita: lavoro, casa/famiglia, comunità, benessere personale, salute, relazioni…

Per poter mettere in pratica nelle nostre vite questo approccio integrativo ci serve un sistema armonico ed efficace di strategie e tattiche per fare quello che vogliamo e quello che dobbiamo, seguendo priorità chiare e minimizzando “perdite di tempo”, incongruenze o conflitti.

Ci serve strutturare un sistema di organizzazione del tempo che ci permetta di integrare:

  • Vita Reale
  • Vita Desiderata

“Lo scopo di una strategia di organizzazione del tempo è quello di creare armonia tra quello che vogliamo fare e dobbiamo fare in allineamento con chi vogliamo essere.”

Questo accade quando ci liberiamo dei pensieri inutili (nel momento presente) e ci concentriamo sui promemoria necessari nel momento in cui servono, cosicché possiamo essere sicure delle scelte riguardo ciò che stiamo facendo (o non facendo).

Non ci basta desiderare integrazione tra vita e lavoro ed essere motivate: ci serve attivare un’organizzazione imperfettamente perfetta, personalizzata e sostenibile, che risponda all’esigenza di riuscire ad ottenere un miglioramento “fattibile” che possiamo realizzare e mantenere nel tempo.

La pianificazione in questo senso diventa uno strumento per creare la connessione su chi siamo e cosa vogliamo.

Sfatiamo un mito.

In certi casi siamo portate a pensare che l’organizzazione e la pianificazione siano forzature, costrizioni e gabbie; e che obiettivi, piani di azione e strategie di pianificazione siano limiti alla nostra libertà personale.

Non solo l’organizzazione non è costrizione. In realtà l’organizzazione è sinonimo di libertà.

Organizzare il proprio tempo significa identificare:

  • Quali cose sono più importanti per me?
  • Quali cose devono succedere perché si vada nella direzione che voglio?
  • Qual è l’ordine in cui devono verificarsi?
  • Cosa scelgo di fare per sentirmi soddisfatta a fine giornata (a fine mese, alla fine dell’anno e in generale nella vita)?

Quando ci ostiniamo a tenere le cose solo a mente senza un piano concreto, è come se ci facessimo delle promesse che finiamo per non mantenere, peggiorando la fiducia in noi stesse e il senso personale di autoefficacia.

“Il grado di libertà che abbiamo nella nostra vita è direttamente proporzionale al numero di opzioni che vediamo intorno a noi e che abbiamo a nostra disposizione.

La libertà non ha tanto a che fare con l’assenza di vincoli: la libertà significa avere opzioni a propria disposizione per poter scegliere.

A fronte di una determinata situazione sulla scacchiera e della posizione dei pezzi, la differenza la fa il repertorio di opzioni e di strategie di mosse a nostra disposizione, e il nostro grado di capacità nel saperle riconoscere.

Più è alto il numero di opzioni a disposizione, più è alto il grado di libertà. Più è alto il livello di libertà più è alta la possibilità che abbiamo di interagire con il mondo in maniera soddisfacente.

È qui che aumenta la qualità della nostra vita

C’è un parallelismo tra la nostra vita e la metafora del viaggio. Le esperienze che facciamo e la nostra crescita personale sono il nostro percorso

Il nostro ‘navigatore’, dunque, è la nostra strategia di organizzazione: questa processa tutte le istanze e le richieste provenienti da tutte le nostre identità del nostro “io” e genera un percorso (un itinerario, se restiamo in tema) in grado di “non fare torti a nessuno”. Ovvero un compromesso che soddisfa tutte le parti di noi e anche tutte le aree della nostra vita, perché seleziona le “strade” dove possiamo vedere i nostri bisogni soddisfatti.

Riprendere in mano la propria vita in modo integrato significa passare dal posto del passeggero a quello di guida, avere una visione chiara di dove si desidera andare, delle mete verso cui tendere.

Significa scegliere delle tappe da percorrere, degli itinerari, delle indicazioni stradali ed essere intenzionali nel processo di azione.

La worklife integration si esprime attraverso l’integrazione di tutte le attività che possiamo pianificare in anticipo rispetto tutte le aree della nostra vita. 

E anche attraverso il modo in cui sappiamo rispondere a imprevisti, quotidianità ed emergenze in coerenza e integrità con chi siamo e cosa vogliamo.

giulia lo faro Consulente di crescita personale torino

Giulia Lo Faro

Aiuto le donne a trovare il gusto di piacersi, a migliorare l'autostima e superare una relazione conflittuale con cibo, corpo ed emozioni con A.R.M.O.N.I.A (Accoglienza + Rituali + Mindful eating + Organizzazione +Neuroscienze +Intelligenza emotiva +Azione).

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